cronaca: speciE protette nel mirino dei
bracconieri dell'agro sassarese.
SASSARI 20 Febbraio - Il
ricco patrimonio faunistico della Sardegna fa gola a molti, ma l'attività
venatoria, già peraltro messa spesso in discussione dovrebbe essere esercitata
nei limiti delle norme che la regolano.
Non devono aver pensato così le cinque persone alle quali nei
giorni scorsi personale della Squadra Mobile della Questura
di
Sassari
ha notificato altrettanti avvisi di conclusione indagini preliminari.
Questura di Sassari (foto - Goolgle) |
I nomi dei trasgressori, tutti sassaresi con precedenti penali e
di polizia, di età compresa tra i 24 ed i 60 anni, sono emersi nel corso dell'attività
investigativa legata ad un crimine commesso nel 2013. Nell'agosto di quell'anno
due dei soggetti coinvolti presero parte alla rapina nella gioielleria
Bartoletti di Sassari. Gli inquirenti hanno potuto accertare, in seguito
all'attività svolta in quella occasione, che gli indagati, in concorso tra loro
e con vari ruoli erano dediti all'attività di bracconaggio.
I soggetti agivano nell'agro sassarese ma non disdegnavano le
trasferte in Gallura. Tra le prede preferite soprattutto cinghiali, lepri e
conigli che venivano rivenduti in assenza, come è facile immaginare, di
qualsiasi controllo sanitario.
Ma c'è di più. Nel mirino delle doppiette finivano anche animali
protetti, come i rapaci notturni destinati ad essere impagliati.
Attività pericolosa non solo per gufi e cinghiali, dato che i
bracconieri agivano spesso in prossimità di strade pubbliche, sparando
addirittura dalle stesse macchine utilizzate per le battute di caccia illegali.
Ed è per questo che il Pubblico Ministero incaricato ha contestato
ad alcuni indagati anche il porto illegale di arma da fuoco.
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