Sassari
27 giugno - Un tempo gli studenti sardi andavano a
studiare "in continente", ora "il Continente" è davvero un
continente: l' Europa.
i saluti istituzionali del Sindaco Nicola Sanna |
Nel 2017
il progetto Erasmus compie 30 anni di vita e l' Università di Sassari gli
ha dedicato un incontro dall' eloquente titolo "Una pietra miliare per
l' Europa". Non a caso l' anniversario completa, per certi versi, i 60
anni dei trattati di Roma.
L'
Ateneo turritano tuttavia non si è limitato a svolgere un ruolo da comprimario
ma ha saputo ritagliarsi i suoi spazi nel panorama accademico internazionale.
Nonostante
l' insularità si è raggiunta un' ottima sinergia tra
studenti in arrivo e studenti in partenza. Proprio in quest' anno accademico,
2016/2017 è stato raggiunto il traguardo dei 1000 studenti in uscita, 1.038
per la precisione, segno del grande apprezzamento degli universitari per la
mobilità.
Oltre a
chi per qualche mese ha deciso di fare un' esperienza all' estero c'è anche chi
segue il percorso contrario: sono 620 gli incoming, 427 tra studenti e tirocinanti cui vanno aggiunti
43 ragazze e ragazzi provenienti dai paesi del Maghreb (progetto ForMed) e 150
medici specializzandi dalla Cina.
Il programma
di mobilità internazionale è l'investimento di maggior successo delle
istituzioni europee. Questo il senso che emerso da tutti gli interventi. Paola
Castellucci del MIUR ha illustrato le importanti cifre messe a
disposizione dal Ministero per il cofinanziamento dei progetti di mobilità
studentesca, sottolineando come tra gli obiettivi ci sia anzitutto quello di
creare migliori condizioni di occupabilità per i laureati. Tradotto:
aumentare le possibilità occupazionali.
Ma
studiare all' estero vuol dire anche porre le basi per una cittadinanza
attiva europea, che sappia valorizzare la propria identità senza chiudersi
a riccio. Il contributo delle istituzioni in questo senso è fondamentale
soprattutto per risolvere le criticità generate dalla burocrazia accademica. È
essenziale sviluppare uno schema di condivisione e riconoscimento delle
competenze e delle professionalità.
Problema
sottolineato anche da Alessia Pellegrini, dell' agenzia Erasmus +
INDIRE, che ha mostrato dati incoraggianti, con l' Italia al quarto posto
per quanto riguarda gli studenti in uscita ed al quinto per quelli in entrata,
ed un' Università sassarese in continua crescita. Ma non ha negato l'esistenza
di note negative legate soprattutto alla diffidenza di alcuni docenti nei
confronti dello studiare all'estero e degli iscritti stessi che hanno paura di
rallentare la propria carriera universitaria. Altra nota dolente è
rappresentata dalla scarsità di alloggi ad hoc. Mancano le grandi Case
dello studente che spesso costringono le famiglie a rivolgersi al mercato
privato degli affitti, con esborsi importanti che frenano le possibilità di
accesso alla mobilità da parte dei ceti meno abbienti.
Ulteriore obiettivo è
incentivare le destinazioni meno gettonate dato il fortissimo peso dell' asse
Spagna - Italia, che da solo muove il 33% degli studenti.
Positiva in questi anni è
stata anche l' esperienza dei tirocini, che ha visto l'assunzione di un
tirocinante su due nella stessa azienda estera.
L'Erasmus è un ottimo
trampolino di lancio per l' occupazione. Lo dimostrano le storie di Sabrina
Ledda, Bruno Atzori, Stefania Majore e Pier Mario Lupinu.
Tutti ex studenti dell' Ateneo Sassarese che hanno trovato lavoro presso
importanti compagnie ed istituzioni europee ed italiane. Lo raccontano
orgogliosi nei video lanciati da Michele Usai, il presidente dell' Erasmus Student Network di Sassari (ESN).
Proprio per l' ESN sono
giunte parole di stima e di ringraziamento da parte di Savio Regaglia,
responsabile ufficio relazioni Internazionali e Luciano Gutierrez,
Delegato Erasmus ed Internazionalizzazione. L'associazione infatti ha un ruolo
attivo a supporto dell' Ufficio Relazioni Internazionali, assistendo gli
incoming nei loro primi giorni a Sassari, aiutandoli a trovare un alloggio in
città, ad integrarsi con la comunità studentesca e facendogli scoprire il
territorio. Addirittura facendosi trovare all' aeroporto, davanti al terminal
"arrivi" con un cartello "erasmus" in mano.
"Studiare in un altro
paese - ha aggiunto Regaglia - aiuta a crescere e a cambiare mentalità" e
secondo il Professor Piero Sanna, uno dei più entusiasti promotori dell'
adesione di Sassari al programma, "L' Erasmus dovrebbe essere il prototipo
di uno studio universitario caratterizzato non eccezionalmente da periodi di
studio presso altri paesi".
L' internazionalizzazione
ha dato visibilità alla città di Sassari. È questo il pensiero con cui il Sindaco Nicola
Sanna ha aperto l' incontro. "La città cresce anche grazie ai suoi
studenti che vanno in Europa" . Contribuendo a creare quella
"generazione europea" nelle cui mani è affidato il futuro.
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