Alghero 26 luglio - Il mattone rappresenta ancora un ottimo business, ma
il mattoncino colorato resta pura passione.
Da una settimana i locali de Lo Quarter, nel centro di Alghero, si
sono trasformati in un micro mondo abitato da faccine gialle.
I classici omini Lego popolano i diorami della mostra "I Love Lego". Cinque scenari interamente costruiti con i mattoncini prodotti dalla casa danese, che ormai in tutto il mondo sono diventati sinonimo di "costruzioni" e col tempo da semplice giocattolo sono stati elevati al rango di oggetto da collezione, quando non di culto.
I classici omini Lego popolano i diorami della mostra "I Love Lego". Cinque scenari interamente costruiti con i mattoncini prodotti dalla casa danese, che ormai in tutto il mondo sono diventati sinonimo di "costruzioni" e col tempo da semplice giocattolo sono stati elevati al rango di oggetto da collezione, quando non di culto.
Le teche
racchiudono un diorama metropolitano, uno medievale, uno a tema pirati e una
riproduzione della Roma antica. Per realizzare il tutto sono stati necessari
un milione di pezzi colorati, di cui circa 2.000 sono minifigures (i
personaggi).
Le
installazioni sono state realizzate da RomaBrick, ramo dell'Associazione Nazionale di Amanti Lego, attiva da oltre dieci anni, nella Capitale e non
solo. Il gruppo realizza le sue opere grazie al lavoro di collezionisti ed
appassionati, ricorrendo per lo più a risorse proprie, senza cioè il
contributo ufficiale di Lego Group, come ha riferito Marcello Amalfitano,
membro del team romano che ha risposto ad alcune nostre domande.
Dei 2.000
omini utilizzati in totale la metà circa compone la popolazione dello scenario cittadino,
che risulta essere il più grande sia per numero di set che per estensione.
L'ultimo
sala è dedicata a due grandi vasche piene di Lego con cui i piccoli
visitatori possono cimentarsi nelle loro piccole opere. Un ambiente in teoria
pensato per i bambini ma che in realtà ha visto i genitori dilettarsi nella
costruzione con lo stesso entusiasmo dei figli, se non di più.
D'altra
parte le esclamazioni di stupore più che dai figli, provenivano dai padri, che
con occhi lucidi osservavano ogni minimo particolare, chissà forse ricordando le
sensazioni che scatenava quella scatola tintinnante coi bordi gialli quando da
piccoli la agitavano in negozio e poi la ritrovavano impacchettata il giorno
del compleanno.
La
mostra "I Love Lego", prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la Fondazione M.E.T.A. ed il patrocinio del Comune di Alghero, costituisce un'ottima alternativa per l'offerta turistica tradizionale dato che sarà visitabile a Lo Quartér fino al 15 ottobre.
Le
Installazioni
La prima sala
ospita uno scenario urbano. Saltano subito all'occhio gli altissimi grattacieli,
estremamente dettagliati nel simulare la sintesi tra vetro e acciaio attraverso
un abile utilizzo degli elementi, che in realtà sono di plastica. Volgendo lo
sguardo in basso, a livello della strada, non si può non essere immediatamente
sopraffatti dal caos del traffico cittadino. Vigili del fuoco, polizia,
fuoristrada e limousine sfrecciano a pochi passi dai pedoni i quali, per parte
loro, affollano i marciapiede, entrano ed escono dai negozi, dal Lion's Pub e
dai ristoranti, si apprestano a visitare il museo o a ricorrere alle
cure dell' ospedale.
Gli
edifici bassi fanno pensare alla Danimarca e alla Germania mentre il mix con le
strutture portuali ed i grattaceli richiama alle famose "strade di San
Francisco". L'idea di trovarsi negli USA non può che essere rafforzata
dalla presenza dei supereroi che combattono il crimine: Superman
sventa una rapina in banca, mentre Spiderman si assicura dall'alto che i
supercattivi rimangano innocui. Un treno viaggia lungo la ferrovia,
trasformando il moto da simulato in reale e concreto. Le giostre girano e la
ruota panoramica regala ai piccoli avventori squadrati una vista mozzafiato
sulle banchine del porto e sulla vecchia stazione di periferia.
I
dettagli sono maniacali. La facciata della chiesa gotica è interrotta
nel centro dalla tipica vetrata colorata, e le guglie salgono ben oltre
l'altezza dei due edifici tra i quali è incastonata. Da parte loro le casette
non sono da meno: basta sbirciare dalle finestre per vedere mattonelle ben
alternate nei due colori o gatti che passeggiano sui cornicioni.
Pochi
passi ed un lungo viaggio nel tempo separano la città dalla seconda
installazione. Lo scenario a tema medievale riproduce uno spaccato
della vita dell'epoca. I classici castelli di mattoni grigi sono sorgono ai due
margini di una lussureggiante foresta all'interno della quale si muove una brigata
della guardia reale, bianca e rossa, con tanto di cavalieri, armigeri ed
arcieri, i cui elmetti metallici splendono tra le foglie. Robin Hood si
nasconde su un albero poco distante, ma sembra che nessun soldato gli dia
importanza.
Una
piccola locanda fornisce ristoro ai viandanti che dalla cittadella cercano di
raggiungere il castello, stando ben attenti ad evitare le rovine infestate
del vecchio cimitero ed i lupi che, dal limitare della foresta,
vanno a fare razzie nei pollai delle piccole fattorie sparse qua e la.
Un omino
percorre il sentiero con una gerla carica di pannocchie: cammina verso il
grande mulino a vento dove i chicchi diventeranno farina. Un orso sonnecchia
nella sua grotta mentre "Thorin Scudo di Quercia" si apre la
strada a colpi di spada, forse per aggiudicarsi il tesoro custodito nella torre
di Dracula. Il mercato del villaggio e la sua piazza sono affollati.
Giullari e saltimbanchi si esibiscono di fronte all'alta cattedrale, mentre i
cavalieri si sfidano in torneo per fare colpo sulle dame di corte.
Il terzo
diorama si trova in mezzo al mare: è il regno dei pirati. Per
stare all'asciutto i galeoni costituiscono l'unica alternativa agli scogli
e ad un poco invitante atollo vulcanico, prossimo ad essere investito
dalla lava. A bordo delle due imbarcazioni gli equipaggi combattono per
aggiudicarsi le ricchezze trasportate dai rivali e tutti eviterebbero
volentieri di finire in acqua, tra le fauci del Kraken ed i suoi tentacoli spaventosi.
I dettagli di questo scenario necessitano di maggiore attenzione, perché stipati
negli spazi angusti delle navi da battaglia. Una scimmia fugge sul sartiame
dopo aver rubato un bottiglia, il capitano Jack Sparrow e David Jones
duellano in equilibrio sull'albero maestro, una banda di manigoldi cala un
pesante scrigno dalla cabina del capitano e le sirene seducono gli incauti
marinai, facendosi promettere perle e pietre preziose. Nel piccolo avamposto
ricavato su uno scoglio Peter Pan cerca di sfuggire alla lama di Capitan
Uncino. Dal ponte di corde penzola un pirata condannato alla forca.
Il penultimo
scenario è quello spaziale. Molto meno colorato rispetto ai precedenti ha
carpito l'attenzione soprattutto degli intenditori. Sono presenti infatti numerosi
set vintage originali, pezzi risalenti alla fine degli anni '70, facilmente
riconoscibili dalle grafiche sbiadite e dai vetri resi opachi dal tempo. Presto
svelato il mistero: «Il diorama "Conquista dello Spazio" - spiega
Marcello Amalfitano di RomaBrick - appartiene a Massimiliano
Valentini, probabilmente il più illustre collezionista italiano di set
spaziali classici».
Oltre
alle astronavi che potevano trovarsi in commercio, all'interno della grande
teca sono presenti elementi custom, nati dalla creatività del costruttore, come
le armored suit ispirate al mondo dei fumetti giapponesi o i piccoli
droidi sparsi un po' ovunque, indaffarati nella manutenzione delle strutture
retrò che sembrano uscite dalla serie Ufo, o dai primi episodi di Star
Trek.
Il gran
finale è dedicato alla Roma Imperiale. Una riproduzione del Foro di
Nerva da circa 80.000 mattoncini, per lo più bianchi, come il marmo di
cui erano composti i grandi edifici dell'età classica. Un portale ad arco,
sormontato dall'epigrafe "Senatus Populosque Romanus" introduce ad
una grande piazza delimitata sul lato lungo da 20 colonne sormontate da
altrettante statue. Nella piazza sono schierate le legioni: 20
cavalieri, 16 arcieri, 20 auxiliaria e ben 120 tra legionari e centurioni,
passati in rassegna dai loro generali. Il pavimento delle sale del tempio
è un reticolo multicolore di marmi che contrasta col pallore delle pareti, ma
anche con l'acciottolato del cortile esterno, al centro del quale sorge una
statua, la seconda dell'installazione dopo la scultura equestre sistemata al centro della piazza principale. E
poi archi e colonne dappertutto.
Un pezzo
pregiato questo diorama realizzato da Antonio Cerretti, come dimostra la
firma di Kjeld Kirk Kristiansen attuale presidente e
proprietario della Lego nonché nipote del suo fondatore. La sottoscrizione
risale al 2015, in occasione della partecipazione di RomaBrick all'evento
ufficiale organizzato in Danimarca dalla società di Billund.
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