Sassari
19 febbraio - La solita Vecchia Storia.
La
situazione demografica in Sardegna è tutt'altro che rosea. Anzi, è piuttosto
grigia, come i capelli dei suoi abitanti.
|
Giovani sardi in Germania |
Attingendo
dalle rilevazioni Istat, CNA riscontra che nel 2017 i residenti
nell'isola sono 1.648.000 con una flessione dello 0,29%, corrispondente
a circa 4.835 unità in meno.
Un dato
che, pur mantenendosi a distanza di sicurezza rispetto al Mezzogiorno (0,39%),
si colloca ben al di sopra della media nazionale 0,16%).
In
Sardegna calano le nascite e l'età media dei genitori è al
di sopra di quella nazionale. Inoltre si opta per contenere la dimensione
famigliare facendo meno figli rispetto al resto dell' Italia a anche del
meridione.
D'altra
parte non sono solo mamma e papà ad essere più vecchi. Il dato
allarmante investe tutta la popolazione isolana di cui gli over 64 rappresentano
il 23,2%, mentre nelle altre regioni del sud la cifra si assesta al 20,8%. In
pratica 200 ultrasessantenni per ogni 100 adolescenti con meno di 15 anni.
Ancora
una volta è spietato il confronto con l'età media nel resto del Paese che vede
un Mezzogiorno più "giovane", 44 anni e i 45,2 della penisola contro
i 46,4 della Sardegna.
Cosa
frena i giovani sardi dal mettere su famiglia?
Probabilmente
l'inquietante dato sulla disoccupazione giovanile, che nel 2016 ha
toccato il 56,3%. Un'ecatombe generazionale che ha portato una "fuga"
dall'Isola verso altre regioni italiane e d'Europa, sia per studiare che
per avere maggiori opportunità di lavoro.
Non si
tratta di una generica necessità di lavorare, ma anche di trovare sbocchi
professionali adeguati ai bisogni e soprattutto alle competenze maturate.
In
pratica chi non lascia la Sardegna per studiare, lo fa dopo la laurea.
La presenza
straniera è bassa, il 3% circa della popolazione, e anche questo dato è al
di sotto delle rilevazioni nazionali, sebbene nell'ultimo anno le imprese
avviate da cittadini stranieri abbiano registrato un saldo positivo.
A tal
proposito è curiosa la situazione di Sassari, in cui questo genere di
attività sono state 46 in meno rispetto al 2016 con una flessione dell'1,1%.
Unico dato negativo tra le quattro province storiche.