Sassari 6 ottobre - Le norme per il distanziamento sociale e la paura di imbattersi nel temibile coronavirus hanno assestato un duro colpo allo shopping. Andare in giro per negozi è una di quelle cose che davamo per scontate e che all'improvviso abbiamo iniziato a guardare sotto un'altra luce.
Così,
nell'ultimo anno, circa 600 mila tra sarde e sardi hanno visitato siti di
e-commerce effettuando 382 acquisti per un giro d'affari da 720 milioni
di euro.
Oltre 100 mila in più rispetto al 2017, che valgono alla Sardegna il terzo posto nella speciale classifica nazionale.
Questo è il quadro tracciato dal rapporto di Confartigianato Sardegna.
Nel carrello virtuale spiccano gli abiti e le attrezzature sportive seguite dagli articoli per la casa. Viaggi e vacanze si piazzano sul terzo gradino nel podio delle preferenze, seguiti dai libri e dalle attrezzature elettroniche. Reggono biglietti per gli spettacoli, i film e la musica, mentre l'editoria a pagamento non decolla. I generi alimentari sono appena il 10% degli acquisti totali.
Un mercato che fa ben sperare, considerato che i sardi non si limitano agli acquisti. Negli ultimi anni infatti migliaia di piccole imprese hanno scoperto i benefici derivanti dai canali di vendita online, attuando forme di promozione in grado di valorizzare le produzioni locali raggiungere nuove fasce di consumatori. Già nel 2017, il 17% delle aziende con più di 10 dipendenti vendeva i propri prodotti e servizi in rete, nonostante i problemi legati alla logistica e ai costi di avvio delle attività.
Tuttavia
il presidente di Confartigianato Sardegna Antonio Matzutzi non nasconde
un certo ottimismo:
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