28 MARZO 2022 -LUOGOSANTO - Importante ampliamento per Siddùra, storica azienda vinicola di Luogosanto. L’acquisto della tenuta “Cilistrone” che incrementa, cosi come previsto dai piani di sviluppo aziendali, di ulteriori 12 ettari vitati, la produzione.
IL
VERMENTINO. La proprietà ha scelto di puntare sul
vitigno autoctono per eccellenza in Gallura: il Vermentino DOCG, alla cui produzione sono interamente dedicati i
filari della nuova tenuta di proprietà di Siddùra. Proprio il Vermentino è
stato indicato come il re dei vini sardi
nella recente classifica dei vini più amati dai consumatori stilata dall’Iri,
leader nelle ricerche di mercato, analisi e piattaforme tecnologiche di
supporto alla crescita delle aziende del largo consumo.
Da sempre uno degli
obiettivi prioritari di Siddùra è stato quello di promuovere la conoscenza del vitigno autoctono del Vermentino di Gallura
– unica DOCG del Vermentino e della Sardegna - in tutta Italia.
“Mai come in questo
momento storico, un vitigno, come quello del Vermentino – commenta il manager
della cantina, Massimo Ruggero - rappresenta
perfettamente la situazione attuale. Il Vermentino di Gallura è un vitigno
capace di trasformare le austerità dei venti di maestrale e il salmastro, ai
quali è sottoposto fin dalla nascita, in valore aggiunto, caratteristiche
identitarie uniche. Così la filosofia di Siddùra che – dichiara Ruggero - in un
momento storico difficile, ha saputo trasformare il negativo in positivo
scegliendo di investire in nuovi terreni e tecnologie”.
L’AMPLIAMENTO. Il progetto di ampliamento della cantina Siddùra ha avuto inizio già durante il periodo della pandemia, motivato da un aumento della produzione e dalla necessità di diversificare la lavorazione dei vini inserendo metodologie innovative che garantissero livelli di qualità sempre più alti. Siddùra ha così deciso di acquistare una nuova azienda agricola e contestualmente procedere all’ampliamento della cantina per ulteriori 600 metri quadri. Destinando così una parte importante della nuova struttura alla barricaia: nello scrigno più prezioso della cantina sono stati inseriti contenitori per l’affinamento del vino di ultima generazione, costruiti con un sapiente connubio di acciaio e legno. Una evoluzione inserita nella conservazione del vino attraverso i tini troncoconici.
“Le mura delle cantine,
senza il vino, sarebbero un corpo senz’anima. L’obiettivo dell’ampliamento –
commenta Massimo Ruggero - è stato quello di creare, custodire e, infine,
sviluppare tecniche continue di lavorazione, in grado di soddisfare la
curiosità del mercato. Come i tini troncoconici, che rappresentano lo strumento
capace di controllare il respiro di un vino”.
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